Facciamo il punto: - Terzo occhio; test di funzionalità.
Procede spedito il test di funzionalità del manuale sull'uso consapevole del terzo occhio. Dieci volontari si sono prestati in maniera del
tutto spontanea a testare gli esercizi che compongono la
tecnica di uso del terzo occhio secondo la mia personale esperienza. Come
spesso accade proprio le persone su cui contavo di più si sono tirate indietro,
spinte più dalla curiosità iniziale
suscitata
dall'argomento che da un vero interesse verso gli esercizi
proposti. Non mi hanno comunque preso alla sprovvista perché avevo delle
riserve che si stanno ora dimostrando i veri protagonisti dell’esperimento. Ringrazio comunque anche coloro che si sono tirati indietro perché con la loro critica mi hanno fornito
dei suggerimenti validi per la stesura finale del testo, mi spiace solo che non
hanno avuto la forza o il desiderio di affrontare gli esercizi.
Approfitto di questa parentesi per sottolineare la
differenza riscontrabile fra visione col terzo occhio e visualizzazione del
pensiero perché in persone esperte nella visualizzazione si innesca facilmente
confusione.
La visione tramite l’uso del terzo occhio non è una cosa
astratta o immaginaria ma è una visione
reale di un evento esterno alla stessa persona. Vedendo col terzo occhio in
pratica è come guardare col binocolo o col telescopio fatti e eventi lontani
nel tempo o nello spazio, fatti che
riguardano terze persone e perciò facilmente riscontrabili se avvengono visioni
frutto della propria mente e fantasia oppure se trattasi di visioni reali di
fatti e situazioni accaduti altrove. In questo bisogna essere realistici e
attendibili nel formulare le richieste al terzo occhio; se uno vuole vedere
come sarà la terra fra un milione di anni, rimarrà con l’incertezza dell’autenticità
della risposta avuta. Ma se a differenza
si domanda al terzo occhio di mostrare quante macchie nere ha il gatto nuovo
dell’amico di Bologna, sarà poi facile avere un riscontro della veridicità
della propria visione.
La visualizzazione è la pratica di produrre immagini mentali
dei propri pensieri, desideri, aspettative e non ha corrispondenza con fatti e
realtà esterne alla propria persona.
Approfitto sempre in questa sede per un chiarimento a un
quesito che spesso mi viene proposto dai gentili e
pazienti lettori. Spesso mi sollevano delle critiche perché io da cristiano
parlo di chakra che appartengono a un’altra religione e cultura creando
confusione.
L’origine dei chakra nasce in oriente, e rappresenta l’ascesa
dello Yogi dalla materia alle più elevate vette dello spirito tramite il
distacco e l’elevazione dello spirito dalla materia man mano che sale di
consapevolezza fino al risveglio della Kundalini. I chakra non sono solo un fenomeno religioso, esistono realmente e sono i centri energetici di
collegamento e smistamento di energia vitale fra anima e corpo indipendentemente
da qualunque cultura e religione. Sono ritenuti
estranei dalla nostra cultura e religione semplicemente perché ritenuti
ininfluenti ai fini della salvezza poiché la nostra fede non prevede un
coinvolgimento dei corpi sottili nella
crescita spirituale. Da sempre in occidente il popolo è stato mantenuto all'oscuro e nell'ignoranza.
Io come Fluidoterapeuta e guaritore spirituale, non posso
negare la loro esistenza perché so che ci sono e spesso mi imbatto in persone che perdono
energia dai chakra delle mani e dei piedi e chiunque ci si avvicina la sente
chiaramente uscire e una volta chiusi il flusso si arresta. Esiste oggi una
macchina molto complessa e dal costo di circa 6.000 dollari che è in grado di
leggere e analizzare i chakra e tutti gli altri centri energetici del corpo
compresi i meridiani dell’agopuntura. I chakra fanno parte del nostro corpo e
sempre meno la scienza se la sente di escluderli definitivamente quindi perché dovrei farlo io? Per fortuna sono passati i tempi di Galileo Galilei.
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