mercoledì 5 febbraio 2014

Pratica della Radiestesia sul campo

Pratica della Radiestesia sul campo. Durante il week end scorso con un gruppo di amici radiestesisti e famigliari ci siamo riuniti per un incontro dedicato al nostro strumento preferito:  Gizio. Eravamo in 5 tutti in possesso di  pendoli egizi, (alcuni realizzati da me). Pratica della Radiestesia sul campo; per l'esecuzione delle gare abbiamo scelto un pezzo di terra al limite di un bel bosco di piccole conifere in crescita, l'ideale in inverno per nascondere qualcosa senza essere visti. Volevamo provare la strumentazione all'aperto, alcuni fra noi avevano dei pendoli apribili per testimone, il tempo ci venne in aiuto, uno scorcio di primavera nel bel mezzo di Gennaio.
L'unica cosa di cui mi rammarico è che non abbiamo scattato foto ma ci siamo ripromessi di ripetere l'esperimento.
Abbiamo trasformato l'ampia radura in una grande scacchiera e ne abbiamo riportato su mappa le coordinate approfittando di un paio di coniugi non appassionati di radiestesia che si sono gentilmente offerti di bendarci e andare a disporre i vari oggetti da cercare nascosti fra l'erba e gli arbusti confinanti la radura sul lato dove inizia il bosco che poi si inerpica lungo la montagna.  
La ricerca sul campo è stata fin da subito molto eccitante, tanto che abbiamo deciso di affinarla utilizzando le varie tecniche illustrate nei manuali classici di radiestesia. 
Abbiamo passato in rassegna gli insegnamenti di Zampa, Bendinelli e Farkas, riguardanti la ricerca sul campo e a distanza. 
Abbiamo alternato ricerche su mappa a quelle sul campo, riportando ognuno un bel numero di successi mentre chi non impegnato nelle gare si prodigava a preparare il pranzo cucinando bistecche alla brace e panini con salsiccia funghi sottolio e scapece di melanzane, zucchine e peperoni con antipasto di olive e formaggio di capra il tutto ben annaffiato da dell'ottimo vino rosso rubino. Devo ammettere che verso la fine della giornata le nostre mani non erano piu tanto ben ferme da riuscire a trattenere con successo il Gizio ma questo finì solo col chiudere in bellezza una giornata memorabile. 
Avevamo fatto foto di tutti gli oggetti da recuperare, portato pezzetti di rame, ottone, ferro, plastica, da inserire nei pendoli cavi e affinare così le ricerche piu difficili. 

Le ricerche che piu ci dettero soddisfazione furono quelle sul campo,   in Radiestesia Fisica sicuramente perchè tutti gli oggetti erano nascosti entro un raggio  non troppo lontano e quindi visibile da tutte le direzioni del campo di ricerca. 

Questo ci portò a notare che le cartine dopo le prime ricerche divenivano inutilizzabili per via della rimanenza e che dovevamo continuamente ripulirle spolverandole o fumigandole con lo zolfo cosa non del tutto piacevole così le accantonammo per passare alla ricerca diretta e fu anche occasione di fare esercizio camminando nelle varie direzioni indicate dal Gizio sui bordi del campo. 

Un altro strumento che ben si prestò alle ricerche fu il biotensor, ne avevamo uno a testa e così potemmo fare un raffronto fra i due strumenti. anche in questo caso le ricerche non tardarono a dare frutto, Si partiva da circa metà lato del prato, e si domandava mentalmente: - in che direzione si trova l'anello in rame che sto cercando il cui testimone tengo nella mano libera? Immancabilmente iniziava a muoversi indicando una direzione che veniva subito segnata sul terreno tramite due picchetti. Fatto questo  muovendosi verso il limitare del campo ci si fermava e si tornava a domandare: - in che direzione si trova l'anello in rame che sto cercando il cui testimone tengo nella mano libera? 


La successiva oscillazione indicava senza errore il punto di intersezione con il punto precedentemente segnalato e a questo incrocio si trovava l'anello di rame cercato. Con questo sistema riportammo a casa quasi tutti gli oggetti che i nostri amici avevano sapientemente nascosto all'interno del terreno di prova. su venticinque oggetti, (cinque a testa) ne rientrarono solo ventidue, e questi tre non riuscirono a ritrovarli neanche loro che li avevano nascosti. 
Questo mi ha dato l'idea per questa primavera di organizzare ancora delle giornate dedicate alla ricerca Radioestesica, nessun libro o manuale vale tanto quanto una giornata a fare pratica all'aperto. Ci si sente un tutt'uno col proprio strumento, ci si rende finalmente conto che la Radiestesia non è nulla di paranormale ma solo una componente della natura, un istinto che l'uomo ha perso grazie alla propria civilizzazione e che nulla piu della natura selvaggia  e incontaminata può aiutare a far riemergere dal subconscio individuale e collettivo.






















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