venerdì 4 marzo 2011

Pensiero positivo;come non fumare più

Pensiero positivo, una semplice visualizzazione che scatena tutta la potenza del tuo se superiore, genera il tuo pensiero positivo per liberarti della schiavitù del fumo.

Hai idea di quanto impegno richiede l’applicazione di una nuova tecnica affinchè funzioni? Crederci  almeno  sette secondi alla volta per ventun giorni di fila!  Il più grande sacrificio consiste nel credere in te stesso e nelle tue capacità innate. L'energia vitale, quella  forza creatrice che fa battere il tuo cuore e le tue ciglia quando dormi, che regola la crescita delle unghie e dei capelli, il regolare funzionamento dei polmoni quando non sai che devi respirare è alla base del pensiero positivo e del suo successo.

Tra  mille   cito una tecnica a caso; “The journey” (il viaggio) di Brandon Bays(edito ocean of life, reperibile sul  giardino dei libri). La  Brandon racconta com’è riuscita a vincere un tumore delle dimensioni di una palla da basket che le era nato nell’utero.

Tramite il pensiero positivo e una tecnica di sua ideazione denominata “Viaggio emozionale,”la Brandon riesce ad attingere alla sua sorgente l’energia necessaria a innescare la guarigione che in sei settimane e mezza le restituisce un utero sano come quello di una ventenne. Di quest’esperienza ne fa un percorso di guarigione fruibile da tutti.
 Vengo al punto, la signora in questione; una collaboratrice d’Anthony Robbins, amica di Deepak Chopra e tanti altri, fa una vita all’insegna del benessere, corpo mente spirito. Segue una dieta da crudista, vale a dire si nutre solo di vegetali crudi, non mangia carne, e derivati, beve solo spremute e centrifugati. Medita diverse ore al giorno. Fa ritiri spirituali. Prega  spesso. Ovviamente non fuma e tantomeno beve, però si ammala, nonostante tutto. Questo che significa?  Che dopo tutti gli sforzi che facciamo, a volte le cose accadono lo stesso.

Quante volte di fronte a un problema, ti sei strappato i capelli, rinnegando  quello in cui credi perché  tutto va storto? Spesso vero?

Invece guarda come ha reagito la signora di cui sopra; ha detto a se stessa:
Hei Brandon, qui il tuo corpo vuole dirti qualcosa! Una lezione che non hai appreso.- Roba da pazzi vero? Invece di dare ascolto alla dottoressa che le ha diagnosticato la malattia, di operarsi di corsa, lei decide di dedicare quattro settimane dei forse ultimi tempi che le restano da vivere per capire cose le vuole comunicare il suo corpo. Era il 92, ancora vive in perfetta salute e va per il mondo a insegnare la strada per il suo viaggio.

Con lei il pensiero positivo ha funzionato. Perché con lei ha funzionato?

Semplice, si è fatta artefice delle proprie scelte, senza delegare a nessun’altra persona il compito di decidere al posto suo. Ci ha creduto fino in fondo! Tenendo lontano da se tutte le persone negative che potevano indurla a dubitare delle sue scelte e credenze. Non aveva tempo infatti di cadere nello sconforto. Aveva un mese di tempo prima che la tanto temuta operazione diventasse inutile. Sapeva infatti in base alle sue credenze che togliendo il male senza capirne il messaggio poteva significare ritrovarselo dopo poco tempo in un posto diverso o in tutto il corpo. Sempre in base al suo credo capendo perché era nato quel male e risolvendo il conflitto che lo aveva generato, il male stesso sarebbe scomparso.

A volte capita che noi si parte allo sbaraglio, permettiamo a cose che non conosciamo di entrare nella nostra vita e pretendiamo poi  di risolverle senza preparazione e quasi senza sforzo.
Guidiamo centurie su centurie di spietati  nemici nel nostro organismo come se nulla fosse. Riempiamo la casa di libri, video, corsi. Ma la volontà di dire: - Da dove comincio? Cosa c’è nella mia vita che impedisce il cambiamento?- non la riusciamo a trovare. Fuggiamo da un esperto  all’altro, continuando a delegare sempre le nostre responsabilità al primo che incontriamo per strada. Così il pensiero positivo non potrà mai funzionare.

Preparati, chiama i desideri amici a raccolta, fai barriera contro i tuoi nemici e tienili a distanza, guardali in faccia senza paura e di loro, ad ognuno di loro: Io non sono te.

Chi sono i tuoi nemici? Primi sono i pensieri opprimenti, quelli dettati dalla paura, violenza, incomprensione, abbandono. Senso  d’inadeguatezza. Dopo ci sono le scappatoie; il cibo, l’alcool, il fumo. La fretta di sfogarsi con qualcuno. Terzo. I consigli facili, che ti inducono a lasciar correre o a rinunciare. Le malattie i disturbi, sono solo le armi utilizzate dai tuoi nemici per richiamare l’attenzione su di se. Vogliono infatti essere scovati e tolti di mezzo

Chiama i tuoi ricordi, fatti dire quando, com’è cominciata. Vuoi  liberarti del fumo? Sicuramente avevi sui tredici anni, quando hai acceso la prima sigaretta.   Volevi sentirti più grande e farti notare da qualcuno e la sigaretta ti serviva per ostentare più sicurezza. Ora non ti serve più a niente, solo a farti vivere nel terrore di qualche malattia che è meglio non nominare. Quindi sai perché hai iniziato a fumare. Niente traumi, niente emozioni negative. E’ quello che pensi tu! Fu il senso d’insicurezza a farti accendere la prima sigaretta.  Vuoi negarlo? Sta a te dirlo con certezza. Non voglio inculcarti niente. Posso solo indicarti una via, darti uno spunto, per iniziare il disboscamento;

Indirizza al cielo una preghiera: - O Dio dell’universo ti prego, dammi la forza di realizzare in me quanto vado considerando.-
 Siedi comodo e chiudi gli occhi. Rilassati qualche minuto. Poi ripensa alla tua prima sigaretta a come ti sentivi realizzato e felice, alle pacche sulle spalle dei tuoi amici.

Ora invece visualizza quanto segue:

 Sei nei tuoi polmoni, li osservi attonito, sono tutti neri, bruciati.  Respiri e degli sbuffi di fumo fuoriescono dagli alveoli anneriti. Qui e lì gocce di nero catrame e nicotina lentamente scivolano verso il basso, cadendo al suolo. Alzi gli occhi verso l’alto; la trachea si muove, e vedi che gli anelli da cui è formata sanguinano, bruciacchiati dal fumo caldo che li attraversa. Pezzi di nera fuliggine ti cadono addosso ad ogni respiro. Ora senti pure l’odore insopportabile, di ceppo caldo, spento con l’acqua.


- Ci sei? Li riesci a vedere i tuoi polmoni come sono ridotti? Bene, ora torna dal bimbo insicuro, prendilo per mano e portalo a vedere.  Chiedigli se vuole fumare ancora; inserisci tu la risposta…

Nel frattempo che decidi se smettere oppure no, quando accendi una sigaretta, per senso di giustizia verso te stesso e chi ti sta intorno, fai la visualizzazione che ti ho suggerito,  potrebbe funzionare anche con te.

Senti quanto suona male? Smetto di fumare! Sa d’imposizione e noi sappiamo bene che le imposizioni non funzionano.

L’affermazione giusta è: << Io ho smesso di fumare.>> tranquillo ma deciso.

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