sabato 7 dicembre 2013

Buona Festa dell'Immacolata a tutti


Buona Festa dell'Immacolata a tutti...Credenti e non credenti, amici e chi passa di qui deridendomi. A chi non condivide ma nonostante tutto la rispetta perchè è la donna più bella e dolce del mondo...


Mi sto facendo vecchio a furia di ripetere che la Madonna esiste.  Ho con lei un rapporto speciale e fin da bambino le costruisco altari  e  prego per Lei e con Lei l'Ave Maria. A tanta gente ho parlato di noi, dell'amore che ci unisce e che da sempre mi protegge e almeno due volte mi ha salvato la vita.  La prima volta non la dimenticherò mai. era l'estate del 69, su in montagna dove abitavamo faceva già freddo, strade sui monti non ce ne erano e si trasportava tutto a dorso di somaro. 

Il nonno aveva detto a due zii, di andare a tagliare un ontano e portarlo a casa appunto col somaro. Destino volle che anche i miei genitori quel giorno non erano a casa e mi avevano lasciato con gli zii, così mi portarono con loro a far legna in groppa al somaro...giunti sul luogo del taglio su per un sentiero irto  e stretto attraversando un castagneto sconfinato dalle cime altissime con me felicissimo di trovarmi in groppa al somaro me ne stavo con gli occhi al cielo a osservare il sole che appariva e spariva fra il fogliame giocando a lanciare improvvisi raggi di luce che mi scaldavano le guance e mi facevano chiudere di botto gli occhi per il forte luccichio. 

Giunti sul posto scelsero l'albero da abbattere e me lo fecero vedere da vicino, era alto più di dieci metri  il fusto alla base di un 30 cm di diametro, dritto  e svettante assieme a tanti altri suoi pari sul fondo di una scosceso costone coperto di erba scivolosa e tagliente più di un rasoio. Per prudenza mi dissero di salire su e allontanarmi perchè li poteva essere pericoloso. così feci e risalii la china e quando giudicarono che ero al sicuro (in linea d'aria visto il dislivello ero in piano con la punta dell'albero) presero a tagliare col segaccio, uno da una parte e una dall'altra  e ben presto l'albero iniziò a vacillare finché non ripiegò sugli altri alberi dietro di lui e finalmente cadde. 

Nel cadere una cima dell'albero vicino rimase impigliata ai suoi rami e iniziò a tendersi come un arco io ero li e vedevo tutto, a un certo punto  il ramo si ruppe con inaudita violenza e con fragore come di tuono  una saetta partì da lui nelle mia direzione...Una scheggia lunga un metro e dello spessore di una gamba di tavolo mi rimbalzò di piatto sul petto sbattendomi a terra e volò in aria quattro o cinque metri per ricadermi di punta sulla faccia. Il peso della scheggia era di una ventina di chili, appuntita come una lancia, seghettata e micidiale, mi si piantò sul labbro superiore e qualcosa la fermò.  (Sto piangendo al ricordo di quella terribile lancia piantata sul mio viso)  La vidi cadere di lato e subito dopo svenni. 

 Tutti quel giorno dissero che la Madonna mi aveva fatto il miracolo perchè quell'arpione maledetto tagliò solo il mio labbro superiore senza neanche ferire la gengiva come se qualcuno lo avesse afferrato e trattenuto...dello stesso parere fu il medico che mi ricucì la faccia.  Mia madre dette merito al Beato Angelo d'Acri così  quell'anno per la sua festa mi fece cucire un abito da fraticello e mi portò in pellegrinaggio nella sua basilica .   Ancora oggi a ricordo dell'episodio una bella cicatrice mi orna il labbro superiore sinistro da sotto al naso a tutto il labbro come pure il ricordo delle mie urla di dolore una volta svegliato perchè il primo medico si rifiutò di ricucirmi,  così dovettero correre da un paese all'altro con me che mi stavo dissanguando sul sedile della 850 di mio zio. Quando finalmente un dottore accettò di ricucirmi a crudo e senza anestesia, altre urla di terrore di fronte a  un orribile ago a uncino che non dimenticherò mai. 

La seconda volta fu  nel 96. Una mattina mi svegliai paralizzato del braccio e gamba sinistra. Ebbi un tia, con pressione minima a 150 e massima a 220...mentre mi accadeva il fattaccio in piena  notte, mia moglie si sognava la Madonna che mi teneva la testa fra le mani. Non ci volle una scienza per capire  che mi aveva salvato la vita e quantomeno da una terribile esperienza perchè il tia è l'anticamera dell'ictus. Madonna santa, accogli questo mio ricordare come una testimonianza per il bene che mi hai sempre ottenuto dal tuo Figlio Gesù perchè lo sappiamo bene noi che lo conosciamo che se lui non vuole sulla terra non si muove neanche una foglia ma che il male spesse volte  ce lo facciamo da soli per nostra volontà. Ti Amo Madonna mia, continua a vegliare su di me, su tutti i miei cari e le persone che mi stanno a cuore. Così sia. 

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