sabato 22 marzo 2014

Forme magiche

Forme magiche. Nelle ultime settimane sto avendo molte richieste circa i circuiti radionici, spesso facenti parte di raccolte di autori anche famosi, specie in rete. Per la verità tutti i circuiti che circolano in rete e sui libri di autori italiani ma anche stranieri sono delle imitazioni degli schemi dei fratelli Sevranx Radiestesisti belgi ideatori della radionica di carta. Detto questo resta poco da aggiungere. 

Ne voglio parlare perchè fu leggendo il libro di De la Foye che iniziai ad aprire gli occhi sulle forme geometriche  e le loro caratteristiche. Naturalmente la maggior parte se ne infischiano delle proprietà di ogni singola figura geometrica e le sue implicazioni per il buon funzionamento di un circuito. La radionica viene spesso accostata alla magia e questo gia è da se un fatto preoccupante.

 Ci troviamo nel bel mezzo di una diatriba e conta molto la fede ma anche servirsi solo della ragione non guasterebbe per accertarsi cosa si sta per usare. A un operatore dell'occulto o della vecchia religione poco importa se le forme che usa sono magiche oppure no...ma a chi la pensa diversamente la cosa potrebbe preoccupare. 

 I circuiti radionici sono come delle stazioni ricetrasmittenti, che prendono un  segnale e lo inviano a distanza. Un circuito radionico magico cosiddetto depolarizzato dal nostro insigne De la Foye è sempre una stazione ricetrasmittente ma che si sovraccarica  di energia e non riesce piu a trasmettere il segnale giusto e questo è il minimo, può essere manipolato e servire a trasmettere l'energia di qualcun altro ad insaputa dell'operatore.  

Se si guarda la tabella delle forme magiche e quelle non magiche stilata da De la Foye a un operatore radionico viene un colpo ma purtroppo è la verità. Sapete cosa accade a usare una forma magica per inviare rimedi a distanza? che il sistema funziona per un po e poi si guasta. Uno se ne sta per un mese a fare un trattamento e alla fine scopre che ha perso solo tempo e che magari nel frattempo il problema è peggiorato. 

De la Foye ha elaborato un metodo semplicissimo per identificare la natura di una forma, si basa sulla natura stessa della magia, cioè l'inversione delle polarità, dei colori dell'aura, ti ritrovi il rosso al posto del viola e viceversa con uno sfasamento di alcuni colori di 180°. Per far questo però bisogna essere molto bravi nell'uso del disco equatoriale e i pendoli ebraici, di polarità e il tuttofare. Quella di De la Foye è l'unica opera reperibile in lingua italiana che fa luce sulle onde di forma e la loro funzione nella qualità della vita tanto è vero che in Francia il suo libro porta il titolo di Onde di: 
<< onde di vita; onde di morte >>.

Se fai il radiestesista e vuoi servirti della radionica per qualunque tuo motivo, cerca di capire se puoi fidarti dei circuiti che usi; già accertandoti se reagiscono al pendolo Shin è un gran passo avanti per la tua sicurezza e quella altrui. Ricorda che alcuni circuiti che trovi liberamente in rete sono già costruiti per funzionare secondo le intenzioni del loro proprietario e non delle tue che vuoi utilizzarlo.

 Metti che stai inviando un rimedio contro il mal di testa a un familiare lontano che soffre di emicranie continue e il circuito che usi è cosiddetto magico, e poniamo che invii un rimedio che corrisponde al  viola magnetico, molto calmante e rilassante; con simile forma dopo qualche tempo ti invia rosso elettrico o UV - che getta nella disperazione il disgraziato parente e questo senza dover ricorrere all'esorcista...le forme cosiddette magiche sono instabili e si saturano, possono essere manipolate e soggette a l'interferenza di chi sa servirsene. Possono funzionare in base alle direttive del costruttore e nella peggiore delle ipotesi ci si può trovare un ospite sgradito che circola in casa in barba a tutte le protezioni... Uomino avvisatu mezzu sarvatu, ni simu capiti? 

4 commenti:

  1. Bell' articolo Vincenzo, grazie. A ognuno il suo mestiere.

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  2. Grazie dell'apprezzamento amico senza nome, se ogni operatore di altrascienza facesse bene il suo lavoro forse godremmo tutti di più considerazione, fosse anche solo a livello accademico.

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  3. Non volevo scrivere un commento anonimo, sono il tuo collega di altrascienza, Domenico

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  4. Bello, ti ho rubato un termine vocabolesco, come stai fratè?

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